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Un difetto refrattivo (o errore refrattivo) è un difetto visivo causato dall’incapacità dell’occhio di mettere perfettamente a fuoco l’immagine di un oggetto o di una persona sul piano retinico.
I difetti refrattivi possono avere origine da un’imperfezione anatomica di una (o più) di queste strutture oculari: la cornea, il cristallino e il bulbo oculare.
Condizioni necessarie per una visione chiara e nitida
In linea generale, è importante capire che perché il fenomeno della visione possa avvenire in modo corretto, devono verificarsi le seguenti condizioni.
A) Il cammino ottico dei raggi luminosi provenienti dall’oggetto o dalla persona osservati non deve essere ostacolato, quindi i mezzi diottrici (cornea, umor acqueo, cristallino e umor vitreo) devono essere perfettamente trasparenti. Esempi di ostacoli al cammino ottico dei raggi luminosi all’interno dell’occhio sono la consistente opacizzazione del cristallino (cataratta), l’esistenza di aggregati proteici nell’umor vitreo (mosche volanti) e la presenza di sangue all’interno dell’umor vitreo (emovitreo).
Il cammino ottico dei raggi luminosi provenienti dall’oggetto o dalla persona osservati non deve essere deviato. A tal fine, l’omogeneità del mezzo (da cui dipende l’indice di rifrazione) e la geometria delle lenti naturali dell’occhio (la cornea e il cristallino) giocano un ruolo di fondamentale importanza.
B) La posizione della retina è anch’essa un fattore di primaria importanza. Infatti, se la cornea e il cristallino proiettano i raggi luminosi in modo corretto ma la retina non è posizionata dove dovrebbe, la messa a fuoco dell’immagine risulterà difettosa.
Nelle persone sane, la posizione della retina può non essere corretta se la forma del bulbo oculare devia dalla geometria sferica. L’occhio normale è perfettamente sferico e viene definito emmetrope; se un occhio è più lungo (miope) o più corto (ipermetrope) del normale, il piano retinico verrà a trovarsi rispettivamente posteriormente o anteriormente al “piano retinico emmetrope” e ciò comporterà un’immagine sfuocata dell’oggetto o della persona osservati.
I difetti refrattivi: la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo
I difetti refrattivi propriamente detti, la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, dipendono da un’alterata geometria – e quindi da un alterato potere di messa a fuoco – delle lenti naturali dell’occhio (la cornea e, più raramente, il cristallino) e/o da un’alterata geometria del bulbo oculare.
I raggi luminosi provenienti dall’esterno dell’occhio arrivano sul piano retinico solo dopo aver attraversato la cornea e il cristallino, che sono strutture oculari trasparenti che funzionano come delle lenti. La corneapuò essere paragonata a una lente a fuoco fisso, il cui potere di messa a fuoco dipende dalla sua curvatura e la cui capacità di trasmettere i raggi luminosi senza deviarli dipende dalla regolarità della sua superficie. Il cristallino può essere invece paragonato a una lente biconvessa a curvatura (e quindi potere di messa a fuoco) variabile, regolata da particolari strutture oculari dette muscoli ciliari, che permettono al cristallino di cambiare il suo spessore e quindi la messa a fuoco a seconda della distanza dell’oggetto osservato, un fenomeno definito accomodazione.
Se la cornea e/o il cristallino presentano un potere di messa a fuoco superiore al normale, l’immagine dell’oggetto osservato sarà focalizzata davanti al piano retinico; in questa situazione, gli oggetti lontani non potranno essere messi a fuoco distintamente e si avrà un difetto refrattivo che prende il nome di miopia refrattiva.
La miopia, specialmente se elevata, ha spesso origine da un’imperfetta geometria del bulbo oculare, in particolare quando esso è troppo allungato; si parla in questo caso di miopia assiale. In presenza di miopia assiale, i raggi luminosi che hanno attraversato la cornea e il cristallino, anche in assenza di deviazioni, saranno messi a fuoco davanti al piano retinico e anche in questo caso esisterà una difficoltà nel mettere perfettamente a fuoco oggetti lontani.
La miopia può essere corretta con l’utilizzo di occhiali da vista con lenti biconcave o divergenti, a potere diottrico negativo, con una gradazione adeguata al difetto visivo. In alternativa agli occhiali, specialmente nei pazienti con miopia elevata, possono essere utilizzate le lenti a contatto.
Oggi la miopia può essere corretta (o diminuita sensibilmente) in modo permanente grazie alla chirurgia refrattiva. Esistono diverse tecniche di chirurgia refrattiva, ma tutte utilizzano un laser per modificare la curvatura – e quindi il potere diottrico – della cornea in modo permanente e tale da compensare il difetto refrattivo. A seconda dello spessore della cornea del paziente, è oggi possibile correggere miopie che arrivano fino a 10 diottrie.
Se la cornea e/o il cristallino presentano un potere di messa a fuoco inferiore al normale, l’immagine dell’oggetto osservato sarà focalizzata oltre (dietro) il piano retinico; in questa situazione, gli oggetti e le persone vicini non potranno essere messi a fuoco correttamente e ne conseguirà un difetto refrattivo che prende il nome di ipermetropia refrattiva.
Anche l’ipermetropia può essere dovuta a un’imperfetta geometria del bulbo oculare e in questo caso parliamo di ipermetropia assiale. Se il bulbo oculare è più corto del normale, i raggi luminosi che hanno attraversato la cornea e il cristallino non saranno messi a fuoco sulla retina ma dietro di essa; anche in questo caso esisterà una difficoltà nel mettere perfettamente a fuoco gli oggetti e le persone vicini.
L’ipermetropia può essere corretta con l’utilizzo di occhiali da vista con lenti concave o convergenti, a potere diottrico positivo, con una gradazione adeguata al difetto visivo. In alternativa agli occhiali possono essere utilizzate le lenti a contatto.
Anche per questo difetto refrattivo è oggi possibile una correzione permanente grazie alla chirurgia refrattiva, che permette di variare la curvatura – e quindi il potere diottrico – della cornea in modo permanente e tale da compensare il difetto refrattivo.
Se la cornea presenta una sfericità irregolare, l’immagine risulterà sfuocata a qualsiasi distanza si trovi l’oggetto osservato; in particolare, ogni punto dell’oggetto osservato verrà focalizzato in due punti diversi e l’immagine apparirà sdoppiata; in questo caso il difetto visivo prende il nome di astigmatismo e la visione appare sdoppiata sia da lontano che da vicino.
L’astigatismo, più raramente, può dipendere dall’irregolarità della superficie del cristallino.
L’astigmatismo può essere corretto con l’utilizzo di occhiali da vista con lenti cilindriche o toriche (che possono avere anche un potere diottrico negativo o positivo in caso di presenza simultanea di miopia o ipermetropia rispettivamente) con una gradazione adeguata al difetto visivo. In alternativa agli occhiali possono essere utilizzate le lenti a contatto rigide o toriche.
Anche nel caso dell’astigmatismo è oggi possibile ricorrere alla chirurgia refrattiva, che è in grado di correggere la curvatura della cornea in modo tale da ripristinarne la simmetria sferica e compensare così il difetto refrattivo.
Quando l’età avanza, in particolare dopo i 45–50 anni, il cristallino perde gradualmente la sua elasticità fisiologica e comincia a presentare problemi di accomodazione, ne deriva un’incapacità di mettere a fuoco oggetti piccoli e vicini, un difetto visivo che prende il nome di presbiopia.
La presbiopia non è considerata un errore refrattivo in quanto non dipende da un errore di rifrazione, bensì dalla perdita della capacità fisiologica di accomodazione del cristallino, un problema tipicamente legato all’età avanzata.
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